16 dicembre 2013

Leica Elmar 90/4 tre lenti: semplicità e qualità (anni 60)


La focale 90 mm è considerata quasi un limite per la precisione del telemetro, tuttavia sin dal 1931 è stata un'ottica  subito  presente nel catalogo Leica, prima quello a vite e poi sia a baionetta che reflex; anzi, molto spesso i sistemi M e R si sono scambiati gli schemi ottici in questa lunghezza focale. 
Il primo 90 millimetri con luminosità f. 4, denominato Elmar, risale al 1931, il cui schema ottico rimase invariato per molti anni, pur cambiando la struttura del barilotto. Nel 1946, finita la guerra, l'obiettivo ricevette il trattamento antiriflesso, che fino a quel momento era ritenuto segreto militare. 
Uno straordinario Elmar telescopico venne costruito dal 1954 al 1968, al fine di rendere compatta questa focale. E' interessante pensare come Leitz, che della precisione ha sempre fatto un vanto, sia riuscita a rispettare le strette tolleranze meccaniche richieste dai propri standard, pur rendendo mobile la struttura meccanicha di un obiettivo. L'Elmar venne prima affiancato e poi sostituito dall'Elmarit, più aperto di 1 diaframma. Successivamente l'apertura focale f 4 venne ripresa per corredare la Leica CL di un tele compatto, l'Elmar-C che venne prodotto dal 1973 al 1977. Ultimamente nel 2004 un Elmar 90/4 macro a struttura rientrante  è stato nuovamente introdotto nel sistema M, per aprire un campo fino ad ora precluso; tuttavia con l'introduzione della M con live view appare leggermente anacronistico, visto che si possono montare l'ottimo 60/2,8 elmarit R e il favoloso 100/2,8 apo, anche se con ingombri diversi.
L'ultima versione, che poi è quella che ci occuperemo in questo post, venne ridisegnata nello schema ottico nel 1964 e commercializzato fino al 1968 (van Hasbroeck), anche se i numeri di serie datano l'ottica negli anni 1962 -1965 (Puts).
Grazie a nuove tipologie di vetro disponibile, lo schema ottico venne ridotto da quattro a tre lenti. Questo permise sia un contenimento dei costi, che una migliore resa nel contrasto e resistenza al flare (in controluce pieno non vi sono riflessi parassiti, metre la luce soffusa angolata crea una vistosa perdita di contrasto).
L'obiettivo inoltre è estemamente buono anche a distanza ravvicinata. Qui acanto abbiamo una fotografia di bambola ripresa a tutta apertura, mente qui sono un crop 100% della parte medio/dell'immagine.
Forse non è comunque un dato che ci deve sorprendere, in quanto essendo un obiettivo con la messa a fuoco limitata ad un metro e con luminosità limitata ha reso più facile il calcolo ottico, con meno aberrazioni da correggere, soprattutto nel campo ravvicinato, ove obiettivi moderni richiedono lenti flottanti per migliorare le prestazioni. Ricordiamoci sempre che si tratta di uno schema ottico di ben 50 anni fa, anche se progettato dal grande Walter Mandler.

Nel particolare possiamo andare ad osservare la finezza di resa nel tessuto della bambola, finezza accentuata anche dal macrocontrasto di cui l'obiettivo è molto dotato, come tutti gli schemi elmar.
Prodotto in 5000-6000 esemplari in un periodo di 4 anni, con 500 circa in montatura a vite (al momento della sua introduzione siamo alla fine del periodo della leica a vite, con l'ultimo modello IIIG), è abbastanza ricercato, e fino a pochi anni fa era molto quotato sul mercato. Oggi si riesce a trovare anche a prezzi ragionevoli, per un obiettivo di oltre 50 anni. E interessante notare come un obiettivo nato per proporre alla clientela un oggetto dal costo più ridotto, sia in acquisto sia in produzione, alla fine sia diventato un oggetto da collezione molto ambito.
Molto leggero (300 gr), ha una doppia scala dei diaframmi, incise simmetricamente opposte, in quanto questa ruota con la messa a fuoco; la sua struttura può pertanto creare dei problemi di messa a fuoco, in quanto cambiare il diaframma dopo aver fuocheggiato fa rischiare la perdita del punto di fuoco; è pertanto consigliabile prima impostare il diaframma e poi fuocheggiare.
Splendidamente costruito, snello, ha la testa svitabile e montabile sul Visoflex.
Pur essendo una lente particolare non si trova molta documentazione a riguardo, anche per l'esiguo tempo di presenza sul mercato.
Nell'immagine che segue possiamo vedere quella che era l'offerta Leitz per la M2, con obiettivi che spaziavano dal 28 al 90, con luminosità da 1,4 a 4 proprio dell'Elmar.
La resa non ha nulla da invidiare alle lenti attuali. Già a tutta apertura la resa è molto buona, e migliora a f.5,6 e f.8, mentre, almeno con il sensore digitale, a f.11 la diffrazione inizia a farsi sentire erodendo il microcontrasto. Il macrocontrasto è sempre brillante, anche in relazione alle poche superfici aria vetro che compongono l'obiettivo. Solo negli angoli si nota, al 100% di ingrandimento, un calo di qualità, ma non su immagini stampate 30x45.
Il 90 mm è sempre stato considerato l'obiettivo deputato al ritratto, in quanto il rapporto di riproduzione del volto  in relazione alla lunghezza focale rende la resa dello stesso molto naturale. Tuttavia l'Elmar, per il suo intriseco schema ottico, rimane abbastanza secco nella resa, quando nel ritratto è richiesta molto spesso una resa morbida. E' comunque un piacere montare questa vecchia ottica su una moderna leica M!
I grafici MTF a tutta apertura mostrano un contrasto elevato, con un microcontrasto medio alto su quasi tutto il fotogramma, anche se si evidenzia uno scivolamento verso i bordi. (Grafici MTF: E.Puts)

A  f. 5,6 il microcontrasto si innalza su tutto il fotogramma, e sparisce anche la lieve vignettatura ai bordi. E' un'obiettivo che ovunque si piazzi il soggetto questo non viene penalizzato dalla resa, soprattutto ai diaframmi intermedi.
Al centro la qualità è buona anche a f 4 ma chiudendo il diaframma si ha un innalzamento dei dettagli fino a  circa f 11, dove la diffrazione inizia a farsi a sentire, pur chiudendo l'obiettivo fino a f 32.

Nella zona medio centrale possiamo verificare un comportamento simile al centro con la qualità migliore espressa a f 8 f 11

Nella zona mediana esterna si ripete la condizione della zona più interna.

Negli angoli il microdettaglio tarda a salire, e sono a f 11 la qualità è parificata al centro, dove tuttavia la diffrazione inizia ad erodere i particolari. Naturalmente questo comportamento lo possiamo denotare esclusivamente su un soggetto piano, mentre nei soggetti reali, in cui gli angoli estemi molto spesso sono occupati dal cielo nel paesaggio, o nello sfuocato nel ritratto, il problema non sussiste.


La luminosità spesso è stata confusa con la qualità. In realtà più gli obiettivi sono luminosi e più gli schemi ottici devono essere complessi per un innalzamento della qualità, spesso non proporzionale al prezzo richiesto per l'oggetto. Schemi ottici semplici, in cui non devono essere utilizzate grandi lenti e grandi curvature, è molto più semplice ottenere una qualità elevata. 
Tutto questo discorso per introdurre un confronto apparentemente impari: 40 anni di distanza separano il 90 Elmar f. 4 III lenti con il 90 APO-Summcron M. Diciamolo subito: l'APO Summicron è superiore, ma il test è lo stesso interessante nei risultati.
Il soggetto un cipresso ricco di dettagli. Distanza intorno a 10 metri. Diaframma 8. Il confronto è sorprendente: al centro gli obiettivi sono sostanzialmente indentici (abbiamo una migliore cristallinità dell'APO) mente ai bordi, soprattutto agli angoli estremi, i 40 anni di progettazione si fanno sentire, ma non in maniera così evidente: in effetti state osservando un crop 100% del video, ovvero un ingrandimento di circa un metro per un metro e mezzo. 

Un obiettivo progettato 50 anni fa, ma ancora oggi straordinariamente utilizzabile in maniera oltremodo soddisfacente, almeno con sensori fino a 18 mp. Prove con sensori più affollati (24/36 mp) andranno fatte, sicuramente con un incremento del gap tra obiettivi anziani e moderni, ma comunque non bisogna scordare che 18 mp sono sufficienti a stampare un 30x45 a 300 dpi, con una qualità eccellente.

Vediamo ora qualche foto sul campo del nostro Elmar 90/4 tre lenti. Un grazie a Matteo per avermi dato l'opportunità di testare l'obiettivo.










1 commento:

  1. Buonasera, secondo Lei un esemplare con "leggerissima opacizzazione interna" è comunque interessante, ad un prezzo di € 120? Vorrei utilizzarlo con una Sony A7, insieme ad un Summarit 50mm a vite che ho già da una vecchia Leica III e che mi piace molto.
    Saluti
    Tancredi

    RispondiElimina