6 dicembre 2013

Summilux 75/1,4: la leggenda di Leica fatta ottica.

Il  Summilux 75/1,4 fa parte di quegli obiettivi che hanno fatto la fama di Leica: controverso nella lunghezza focale (un pò più lungo del 50, un pò più corto del 90), dualistico nella resa (morbido a TA, tagliente ai diaframmi più chiusi) chi l'ha provato  lo ha o odiato o amato. Se compreso, è un obiettivo che non si lascia pìù. 
Con l'avvento del digitale si è guadagnato una fama di obiettivo difficile, in quanto, per qualche strano motivo, molti esemplari si sono rivelati inesatti nella messa a fuoco, con una imprecisione nella struttura della camma; problema risolvibile con una taratura della stessa presso la casa madre. Proprio per questa difficoltà si sussura che sia stato messo fuori produzione poco dopo l'avvento della M8. L'ultima presenza in listino risale al gennaio 2007 con un prezzo di 3.295 Euro.
Effettivamente l'inesattezza della messa a fuoco è estremamente frustante; tuttavia oggi, grazie al nuovo modello M con la visione live view, anche i possessori di questo obiettivo che riscontrassero delle incertezze nella messa a fuoco potranno lo stesso usufruirne in maniera entusiasmante, assaporando la progressività dello sfuocato e la tridimensionalità della resa.
L'obiettivo fu presentato nel 1980, una prima versione con lo stesso paraluce  staccabile del noctilux 50/1 (codice 11814 di listino) di cui ne furono prodotti circa 3000 esemplari. Poi nel 1982 venne introdotta una nuova variante, medesimo schema ottico, con paraluce incorporato (codice 11815) che aumentò il peso da 490 a  600 grammi, ridotto poi a 560 nell'ultima versione codice 11810. Di questa ultima versione vi sono i Summilux "made in Germany", mentre la maggior parte della produzione è "made in Canada".
Sia la prima versione che la seconda versione sono modificabili con la baionetta 6 bit code. Il 75 Summilux ha la fama di essere considerato l'obiettivo preferito di Walter Mandler, il suo disegnatore, che lo considerò il giusto compromesso tra prestazioni e dimensioni, traendo il disegno dal Summilux 50/1,4 II tipo, un altro degli obiettivi "must" di Leica, allora Leitz. Lo schema ottico non è mai stato cambiato, ma solamente la struttura esterna.
Al momento dell'uscita venne prodotta la M4-p, alla quale insieme alle cornicette del 50 mm vennero affiancate quelle del 75 mm. Era possibile comunque aggiornare le cornicette sui precedenti modelli rimandandole in fabbrica. Negli ultimi anni, con la Leica alla Carte, era nuovamente possibile scegliere le cornicette che si voleva che apparissero nel mirino. Tuttavia le cornicette del 75 sono sempre state un pò difficoltose, in quanto accennate rispetto a quelle del 50 mm. Questa è un'ulteriore difficoltà nell'utilizzo del 75 mm, in quanto l'inquadratura ripresa è più larga di quella vista nel mirino, oppure vengono tagliati ai bordi dei particolari avendo dei tratti vuoti. 
Andando ad esaminare i grafici mtf dell'obiettivo possiamo rilevare una resa costante su tutto il campo inquadrato, anche a tutta apertura, senza rilevare quella classica discesa ai bordi vista sugli obiettivi grandangolari fino ad adesso esaminati. L'obiettivo a TA rileva un contrasto sufficiente, con una resa dei dettagli morbida ma ben visibile. Questa caratteristica la possiamo rilevare soprattutto nel tipo di fotografia a cui l'obiettivo è destinato, foto di ritratto e in luce scarsa. In un certo senso il test del "muro di pietra" non è particolarmente esaustivo per il campo di impiego dell'obiettivo stesso. E' comunque curioso notare come, al di là dei grafici MTF, la resa "sul campo" di certi obiettivi lascia a bocca aperta, pur essendo stati progettati decenni fa. La prima foto, scattata a TA, evidenzia la vignettatura dell'obiettivo, pur essendo in atto la correzione 6bit impostata sulla macchina.

A diaframma 2,8 le cose migliorano notevolmente, sia nel contrasto che nel microcontrasto, quest'ultimo particolarmente fino alla zona mediana dell'immagine, mentre i bordi rimangono ancora un attimo indietro.
A diaframma 5,6 l'immagine migliora notevolmente, ed ai bordi raggiunge il centro tranne un residuo di astigmatismo. Nella  pratica comunque siamo ai livelli del nuovo 75/2 apo-summicron, con una resa molto incisa e dettagliata, utilizzabile tranquillamente anche nella fotografia di paesaggio.
Vediamo adesso i consueti crop 100% delle varie zone dell'immagini, partendo dal diaframma f 1,4 (in alto colore rosso) per poi proseguire nei diaframmi successivi fino a f 11.
Dall'immagine possiamo notare come al centro la morbidezza scompaia verso f. 2,8 (quadrato giallo) lasciando posto ad una notevole limpidezza di immagine. Esaminiamo quindi la zona mediana-centrale:
La zona mediana esterna:
Ed infine gli angoli, dove come anticipato, non si denota quel forte decadimento qualitativo evidenziato dagli obiettivi 35 mm fino ad oggi testati. A tutta apertura la morbidezza è diffusa su tutto il fotogramma, come pure l'abbinata sensazione di nitidezza, che permette di piazzare il soggetto dove vogliamo senza particolare riguardo alla resa.
 A tutta apertura su un soggetto statico, messa a fuoco sulla porta centrale.

In aggiunta ho fatto anche alcune foto a distanza ravvicinata  Prima un test su di un soggetto tridimensionale, una statuetta.
Stesso test ma su una superficie piana, quale una vecchia porta, distanza di ripresa 1,2 metri circa; i diaframmi usati sono f 1,4 - 2 - 2,8 e 5,6:
Agli angoli:
Dopo tante fotografie test vediamo anche qualche foto reale, nel campo di utilizzo di elezione di questo obiettivo, distanza ravvicinata e ritratto. Per prima una foto di una statua in un cimitero, una delle prime realizzate da me con questo obiettivo, che mi lasciò estremamente sorpreso dalla tridimensionalità resa:

Luigi Loretoni - fotografo
Roberto Evangelisti - Insegnante di fotografia
Per finire alcuni ritratti fatti con la Leica Monochrome:

Leica Monochrome 10.000 ISO: Massimo Agus
Alessandro Voglino, HF distribuzione
Alberto Giuliani, story-teller

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