12 novembre 2013

Il Summilux 35/1,4 M FLE

Dopo che il 35/1,4 summilux M aveva regnato incontrastato dal 1960,  nel 1990 (i numeri di produzione lo fanno risalire al 1988) Leica sfodera un out-sider: il 35/,14 Summilux ASPHERICAL, con ben 2 lenti con superfici asferiche molate manualmente, dall'inconsueto disegno della lente frontale e posteriore concava. Dal costo in uscita di 5.200.000 lire arrivò nel giro di due anni a 6.800.000 lire, fino a che Leica non lo sostituì, nel 1994, con un nuovo obiettivo, denominato ASPH, con una sola superficie asferica questa volta non molata ma prodotta a pressa sul vetro caldo.
Il nuovo ASPH, dalle caratteristiche non inferiori al precedente, almeno sulla carta, veniva venduto a 5.400.000 lire, fu la gioia di molti che poterono godere della nitidezza delle nuove ottiche, rispetto alla resa "poetica" del precedente summilux pre-asph, fino all'avvento del digitale.
La pellicola, con il suo "spessore" ben superiore allo spessore dei pixel posti sul sensore, ben perdonava l'eventuale focus-shift che i normali schemi ottici restituiscono chiudendo il diaframma fino a che la profondità di campo non recupera lo spostamento di messa a fuoco. Quindi l'obiettivo che fino a quel momento era fondamento di soddisfazioni iniziò a divenire oggetto di preoccupazione, con frequenti viaggi presso la casa madre per tarature che minimizzassero il problema.
La soluzione Leica la propose nel 2010 con la messa in produzione del nuovo obiettivo 35/1,4 Summilux Asph. FLE, con lo schema ottico sostanzialmente invariato ma dotato di elemento flottante che permette sia il recupero del focus shift sia il miglioramento del contrasto nel range di 1-3 metri. Se si vanno a vedere i grafici MTF forniti dalla Leica, vediamo una sostanziale sovrapponibilità. La stessa casa madre sottolinea come il miglioramento sia nel range anzidetto, mentre risultano invariate le prestazioni all'infinito.
Interessante la progettazione del paraluce, in linea con i Summilux 21 e 24, formato da un blocco di metallo avvitabile sull'ottica; vengono risolti così i problemi della precedente serie, soprattutto i primi prodotti, dotati di un paraluce che si staccava facilmente. A fronte di questa facilitazione la maggiore difficoltà nel mettere/togliere/cambiare i filtri, in quanto ogni volta va svitato il paraluce. Nel caso che non si voglia utilizzare il paraluce sulla filettatura si può avvitare un anello di rifinitura che viene fornito di serie.
Nelle foto che seguono vengono forniti i riferimenti dei grafici MTF alle aperture di f 1,4, f 2,8 e f 5,6, mentre poi abbiamo gli ingrandimenti delle specifiche zone dell'immagine.
Il grafico fornito dalla casa madre evidenzia una vignettatura che, ben evidente a f 1,4 si riduce chiudendo il diaframma ma presente fino a f 5,6; tuttavia sull'immagine "reale" a f 5,6 la vignettatura è poco evidente.  Stiamo parlando di una fotografia  monopiano illuminata uniformemente. Su un utilizzo sul campo, nel reportage a luce ambiente, a f 1,4 la vignettatura può nella maggior parte dei casi ritenersi irrilevante.

A f 2,8 la vignettatura si riduce notevolmente, e la qualità, soprattutto nel microcontrasto, tende a migliorare su tutto il campo.

 A f 5,6 le prestazioni salgono notevolmente, con una planeità di risposta su tutto il campo, come pure la vignettatura risulta irrilevante.
Andiamo a vedere i crop 100% delle singole zone delle immagini. I diaframmi utilizzati sono da f 1,4 (quadratino rosso) fino a f 11 (quadratino viola). I dati di f presenti nello schema non sono precisi, in quanto derivano da quanto segnalato dalla macchina fotografica (M9) con la propria cellula, che come ben sappiamo può differire dal reale diaframma impostato.
Prima di tutto la zona centrale dell'immagine:
Poi la zona media-centrale:
La zona mediana-esterna:
ed infine la zona esterna e gli angoli:
Come si può osservare abbiamo un pareggiamento della qualità centro-bordi verso il diaframma f4 mentre al centro la qualità  a f 1,4 è elevata, con miglioramenti non eccessivamente rilevanti chiudendo il diaframma.
Interessante sull'immagine successiva un confronto impari: 35/1,4 pre-asph e 35/1,4 asph FLE a tutta apertura. Nonostante la differenza abissale a livello di macro e microcontrasto, il "nonnetto" si difende bene, dando un'immagine con molto "Leica-Glow" che naturalmente può piacere oppure no, ma comunque rimane estremamente gradevole. In alto l'immagine del Lux-pre asph, in basso quella con il 35 FLE.

Nei crop che segue possiamo vedere le differenze a tutta apertura tra il vecchio (sinistra) e il nuovo FLE (destra); dobbiamo tenere conto che tra l'uno e l'altro ci sono circa 50 anni di progettazione ottica.
Qualche immagine ripresa con il 35 FLE

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